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Il trullo ed il grattacielo.

 Camillo Longone, nel Manifesto della destra divina, scrive:  "Il trullo è costruito da uomini, il grattacielo da demoni.  Il trullo non richiede una laurea, meno che una laurea in architettura, bensì la maestria. [...] Il grattacielo babelico di Dubai, il trionfante Bun Dubai, è costruito da operai indiani, pakistani e bengalesi ridotti in semi schiavitù impossibilitati a tornare a casa [....] per il sequestro dei passaporti. Il trullo è tranquillissimo, non deve fare altro che somigliare ai trulli vicini. La sua missione è la fedeltà". Ora, riflettiamo assieme sulle parole scritte da Longone ed immaginiamo i trulli come la nostra tradizione, ferma al di là dei tempi, stabile, granitica, eterna, che dà certezza di dimora, di casa. Quindi, per la proprietà transitiva, la tradizione è il trullo, è il ventre materno che accoglie la vita e la protegge, è la famiglia, il primo nucleo della società, il perno. Distruggendo questo perno, si disintegra famiglia,  tradizione,  

Lettera agl’Italiani del nord.

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Ho letto che è nato il Grande Nord, riunendo più movimenti come Indipendenza Noi Veneto, Rinascita, Fare tornare Grande il nord, i Repubblicani. L’idea, già presentata a Milano a maggio, basata sul federalismo, ha, come suoi fondatori, imprenditori, professionisti, politici nostalgici, come Bossi e tanti altri delusi da Salvini, che vorrebbero un revival della vecchia Lega. Infatti, uno dei leader, Marco Reguzzoni, sostiene “ Quella che stiamo mettendo in piedi e' un'organizzazione agile e snella, costituita con un lavoro lontano dai riflettori ma con un radicamento capillare su tutto il Nord", precisando  che la grande differenza in Italia è data da  chi lavora e da chi vive di rendite. Logicamente per lui il Nord vive di lavoro ed il Sud di rendite.  A proposito di rendite, mi chiedo perché mai il gatto e la volpe, cioè Padoan e Gentiloni, un giorno prima delle elezioni, abbiano rubato alle tasche degli Italiani, anche quelli del Sud, circa 500 euro pro cap
Bando Premio Internazionale di Poesia “Arocha” BANDO PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “AROCHA” 01 GIUGNO, 2017 PREMIOPROVINCIA DI CATANZARO 145 PREMIO INTERNAZIONALE di POESIA “Arocha” TIRIOLO L’ associazione “Opportunità” onlus, il Comune di Tiriolo e la testata on-line il Reventino.it, con il patrocinio dell’Ufficio della Consigliera di Parità della Regione Calabria promuovono Arocha PREMIO INTERNAZIONALE di POESIA #STOPVIOLENZADONNE Scheda adesione Premio Arocha Regolamento Articolo 1: TEMA “La donna: violenza psichica e fisica”. La poesia come gesto speciale a sostegno delle donne e strumento di comunicazione. Poesia inedita in lingua italiana o in dialetto, per singoli autori, sul tema indicato. Articolo 2. MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE Gli autori possono partecipare con un massimo di due opere. Ogni poesia non deve essere superiore a 30 versi/righe, titolo escluso, e dovrà essere fornita tassativamente con le seguenti modalità:  file in estensione .doc oppure .docx ,

La Sinistra dei d(i)ritti.

Mi sono sempre chiesta se i nostri esponenti politici che siedono su poltrone che non hanno neanche conquistato col voto del popolo, ma per scelta dei partiti, leggano i giornali o, almeno, si informino sui problemi del mondo. Mi chiedo se sappiano, per esempio, che si vocifera all’estero che esiste in Turchia un’organizzazione che fornisce passaporti siriani falsi. Non dimentichiamoci che la famigerata Mafia non esiste solo in Italia, ma in tutto il mondo. Per essere più precisi, quella turca è tra quelle più spregiudicate tanto che nella città di Antakja, dove arrivano i veri profughi, succede di tutto, ma senza un minimo di umanità. Questa attività lucrosissima, in mano alla criminalità organizzata, fatta anche, senza decoro, su Facebook, per informare sugl’imbarchi, è sotto gli occhi di tutti, o, meglio, di tutti coloro che vogliono vedere e capire. Infatti, l’Onu e le Ong sanno, ma non intervengono. Certamente l’Onu e l’Ong non hanno trovato nessun utilità, magari anche fina

Penso, ripenso e nel pensar m'impazzo.

Avete mai pensato che nel mondo possa esistere una qualche oligarchia che segretamente organizzi e diriga i vari governi delle Nazioni? Se fosse vero (come penso che sia), i politici dei vari Stati non sono, poi, così importanti. Sono solo dei pupazzi, i cui fili sono tirati a piacimento da chi li crea, li fa muovere, lasciando a loro la convinzione di essere liberi di decidere. Persino il terrorismo pare sia organizzato a tavolino da quell’oligarchia a cui accennavo prima. Lo aveva scritto nel 1951 Robert Payne, morto dopo aver scritto “Zero. La storia del terrorismo”,  in circostanze molto oscure su cui nessuno ha mai cercato di sapere la verità,  che non doveva, né poteva essere svelata. A questo punto noi tutti ci dovremmo chiedere chi fa veramente la Storia? Certamente non la fa il popolo, la massa, che nel corso dei tempi è sempre stata poco propensa a fare guerre, ma a vivere, se non a sopravvivere, la sua quotidianità. Allora chi è il vero artefice della Storia? Ne

IL MISTERO SUI MANDANTI DELLA MORTE DI BORSELLINO

Per gli antichi Greci la verità è la lotta alla menzogna, e, come lotta, è sforzo, fatica, violenza fino alla morte, come è avvenuto per chi ha tentato di conquistarla, combattendo contro la menzogna. La nostra Italia è stata fondata sulla menzogna. L'Unità nazionale è avvenuta non certo con lotte di patrioti per la libertà, ma con stragi e massacri organizzati dagli "eroi" o meglio da avventurieri e i ladroni che cercavano di conquistare beni e non avevano niente da perdere. Il Risorgimento è stato la menzogna più grave che si sia mai permessa. Ma, in fondo, la storia ufficiale è sempre stata falsità pura.  Non solo quella italiana, ma anche quella degli altri Stati. Storia scritta dai vincitori, che non sono mai gli eserciti o le singole nazioni, ma la grande finanza del mondo. Adesso che sono una donna matura e passo molto tempo sui libri per cercare con sforzo la verità, comprendo le parole che diceva sempre mio padre "la motivazione di qualsiasi guerra ne

L'ORO DI MOSCA E I SUOI MISTERI.

Mentre l'Italia tutta era ancora sconvolta per la morte del giudice Giovanni Falcone, ucciso in modo troppo plateale per essere un delitto di mafia, vi fu un importante imbroglio della politica a danno della nostra economia. Ma questa è una storia diversa di cui parlerò un'altra volta. Ora, voglio ragionare con voi sull'assassinio del giudice Falcone e della situazione non serena che viveva nelle aule di tribunale, dovendo sopportare le illazioni di una parte di colleghi con un linciaggio continuo, come egli stesso confidò a Francesco Cossiga.  Leoluca Orlando fu uno di quelli che l'osteggiarono maggiormente, perché voleva diventare "il vero ed unico paladino dell'antimafia" come scrive Maria Falcone nel suo libro "Giovanni Falcone, un eroe solo". Quell'odio nato, secondo quanto dichiarato dall'ex ministro Martelli, nella trasmissione Anno Zero, dal fatto che Falcone avesse arrestato l'ex sindaco  Ciancimino, che continuava a